Cos’è l’upcycling e come viene applicato al mondo dell’arte

Si sente sempre più spesso parlare di upcycling e riciclo creativo, ma in cosa consiste davvero questo fenomeno e cosa ha di diverso dal riciclo?

Cominciamo dalle definizioni.

Quando si sente parlare di upcycling si pensa d’istinto al riciclo, ma in realtà il fenomeno dell’upcycling è qualcosa di diverso. Il concetto che è alla base del riciclo è quello di considerare dei rifiuti come delle risorse, che dopo un determinato processo di trasformazione possono diventare la materia prima per creare qualcos’altro. Ad esempio, le bottiglie di plastica vengono trasformate in materia prima riutilizzata per creare altri oggetti, o la carta di quotidiani e riviste trasformata in carta di qualità inferiore e così via.

L’upcycling invece parte dallo stesso concetto di base, ma proponendosi un obiettivo diverso. L’idea di base è sempre quella di utilizzare rifiuti, ma trasformarli in un oggetto di qualità superiore. Grazie alla creatività e al talento un oggetto da buttare può essere trasformato in qualcosa di completamente diverso e acquistare una seconda vita. L’idea in fondo non è del tutto nuova. Tutti, chi più chi meno, ci siamo cimentati qualche volta nel “fai da te”, per creare un elemento decorativo per la nostra casa, una lampada, una borsa vintage. Ecco, l’upcycling unisce il fai da te alla creatività e al design.

Ovviamente nel tempo le cose si sono evolute e dal semplice fai date, il fenomeno dell’upcycling si è esteso a molti settori come design d’interni, oggettistica da arredamento, abbigliamento e ovviamente anche il settore dell’arte.

Ma al di là dei risultati più o meno riusciti dell’upcycling, la cosa importante è che il fenomeno ha un basso impatto ambientale e una filosofia di base di salvaguardia dell’ambiente. Il problema dello smaltimento dei rifiuti è ormai un problema serio, che si è tentato di arginare in parte con il riciclo. Il riciclo abbatte la produzione di materie prime, sfruttando appunto quelle che provengono dal processo di riciclo. L’upcycling invece cerca di dare nuova vita a un oggetto altrimenti destinato alla discarica. Così lo scarto di un’azienda o di un processo produttivo diventa la materia prima per un altro processo produttivo.

Questo tipo di processo viene chiamato circular economy e sembra possa diventare una delle strategie vincenti per poter avere dei cicli produttivi a basso impatto ambientale. Qualche dettaglio in più sul concetto di circular economy può essere visto in questo video.

Ok, è tutto molto bello ma facci qualche esempio.

Ci sono già alcune realtà che hanno adottato questo modello o che hanno fatto dell’upcycling un fattore di successo.

Un esempio è quello dell’azienda svizzera Freitag, fondata dalla mente del designer Markus Freitag, che ha cominciato producendo borse ricavate dai vecchi teloni per camion. Adesso Freitag è una vera e propria azienda e la sua storia può essere letta in questo divertente articolo.

Un altro esempio ce l’abbiamo in casa e si tratta della Orange fiber, startup siciliana che realizza tessuti a partire dagli scarti delle lavorazione degli agrumi.

Mi ha convinto, ma che c’entra l’arte?

Beh, c’entra, perché il fenomeno ha interessato un po’ tutti i settori e quindi l’arte non poteva certo esimersi.

Girando in rete si trovano ottimi esempi di come artisti siano riusciti a creare delle vere e proprie opere d’arte utilizzando materiali che altrimenti andrebbero buttati. Se ci pensiamo ogni giorno buttiamo via tante cose e tante potrebbero essere utilizzate con fini artistici. Girando in rete si trovano esempi di tutti i tipi… c’è chi dipinge con i residui di caffè, chi dipinge o disegna su vecchi libri o giornali, chi realizza  mosaici con vecchie riviste.

Ma ci sono alcuni artisti che hanno portato l’upcycling su un altro livello. Il primo che vorrei citare è Ian Berry, artista inglese che riesce a creare quadri stupendi semplicemente ( si fa per dire..) mettendo insieme pezzi di vecchi jeans. Se vi fate un giro sul suo sito potete vedere dei lavori stupendi.

O l’artista sudcoreano Yong Ho Ji, che crea statue di animali mettendo insieme pezzi di vecchi pneumatici.

Altro artista sudcoreano, altro fenomeno. Parlo di Seo Young-Deok che realizza sculture mettendo insieme le catene di vecchie biciclette. Sculture enormi e davvero stupende.

Un ultimo esempio, ma non meno importante degli altri è la bella iniziativa Tappost, progetto rigorosamente made in Naples. Ottimo esempio di come si possa coniugare l’arte con il riciclo. Come dice la parola stessa c’entrano i tappi. Nel caso specifico tappi per le bottiglia di birra che vengono utilizzati per creare degli splendidi mosaici.

E tu?

Beh io non credo di poter nemmeno avvicinarmi a geni del genere, però nel mio piccolo, qualcosa ho fatto. Ad esempio nel mio salotto fa bella mostra un disegno che ho realizzato semplicemente riutilizzando uno scatolo che conteneva un tavolo dell’Ikea.

Capelli colorati

Ultimamente però  ha cominciato davvero a piacermi la possibilità di riutilizzare materiali che la natura ci fornisce.

Ho cominciato sfruttando delle foglie di acero, che sono molto grandi e anche abbastanza resistenti anche quando diventano secche. Si prestano molto bene a lavori in acrilico e acquarello.

Disegno realizzato su foglie di acero

L’idea lampante l’ho avuta mentre raccoglievo le foglie nel bosco, soprattutto vedendo i colori che le foglie assumono in autunno. Ho pensato “è un peccato non riutilizzare questi colori” e cosi’… idea…. potrei incollarle su qualcosa e utilizzarle come base per un disegno. Quindi mi sono messo lì, un pomeriggio intero a raccogliere foglie, sfidando gli sguardi tra la compassione e la curiosità di quelli che mi vedevano e mi prendevano per pazzo. Le ho poi ho incollate su un pezzo di compensato, che era il retro di una vecchia cornice. Tutto fatto in casa e tutto materiale da riciclo.

Ok, le foglie non sono proprio materiale da riciclo, ma sarebbero comunque marcite li e credo così di aver dato loro una seconda possibilità.

dipinto su foglie

Il lavoro si è  rivelato più difficile di quello che avevo pensato, e il processo non è stato dei più semplici, ma di questo ne parlerò in un altro articolo.

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